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Benvenuto nella pagina del Gruppo Controesodo.

Gruppo Controesodo nasce come un gruppo di lavoratori altamente qualificati, ricercatori e studenti che negli ultimi anni si sono trasferiti in Italia dall’estero. Fra noi ci sono professionisti, studenti, ricercatori, imprenditori, liberi professionisti cittadini italiani e non solo, portatori di un patrimonio di competenze e idee importante e di profilo internazionale.

Dal 2015 il nostro Gruppo rappresenta nei confronti delle istituzioni le istanze e le idee dei lavoratori trasferiti in Italia, e ha ottenuto risultati importanti.

Inoltre forniamo ai membri della community un flusso costante di informazioni e chiarimenti sui principali incentivi fiscali previsti per chi si trasferisce in Italia.

Come possiamo aiutarti

Le norme sulle agevolazioni fiscali per chi si trasferisce in Italia sono, purtroppo, diventate un labirinto di difficile interpretazione.

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Grazie all’esperienza maturata in questi anni in cui abbiamo contribuito attivamente a plasmare la normativa, ai nostri contatti istituzionali, e al contributo di tutta la community, siamo diventati un punto di riferimento affidabile per tutti gli impatriati.

 

Chi siamo

Storia del Gruppo

Siamo un gruppo di giovani “talenti” che si è trasferito coraggiosamente in Italia dall’estero per portare expertise, know-how, passione, spirito di team, intelligenza e, a distanza di qualche anno, valore e crescita in un Paese scarsamente meritocratico come l’Italia. Fra noi ci sono professionisti, studenti, ricercatori, imprenditori, professionisti. L’inizio dell’attività del Gruppo è legato alla storia della Legge 238/2010 (cd. legge “Controesodo”), un dispositivo innovativo per l’Italia che consisteva in una sostanziosa diminuzione del reddito imponibile, ancora più elevata per le donne, a condizione che i lavoratori mantenessero la residenza in Italia per cinque anni. Una legge innovativa per l’Italia e preziosa, pensata per contrastare il fenomeno della perdita di capitale umano che continua a pesare sul Paese, e che negli anni recenti, secondo i dati Istat[1] e Eurostat[2] , ha continuato ad aumentare in modo preoccupante.

Il collante per la nascita del Gruppo è stato un fulmine a ciel sereno, l’improvvisa abrogazione di questa legge a Settembre 2015, pochi mesi dopo essere stata estesa di due anni, con l’intento di “sostituirla” con un’altra, il decreto legislativo n 147/2015, senza avere valutato l’assurdità di abrogare una legge appena prorogata, su cui molte persone avevano pianificato il rientro in Italia o fatto valutazioni di vita e lavoro importanti.

Insieme a numerosi volontari, abbiamo quindi creato un folto gruppo di lavoratori rientrati, che si è dato il nome di Gruppo Controesodo, con l’obiettivo di rappresentare i lavoratori rimpatriati e far sentire la nostra voce nei confronti delle istituzioni[3]: perché, come spesso accade in Italia, a dispetto di una volontà di fondo positiva e di una sensibilità di una parte del mondo politico sul nostro tema, senza la nostra forte azione di protesta molte di queste persone, che hanno fatto un atto di fiducia profonda verso il paese trasferendo lavoro, affetti o intere famiglie, sarebbero state fortemente penalizzate. Gli eventi dei mesi seguenti hanno dimostrato in pieno quanto forte fosse la necessità di un punto di riferimento per chi è (ri)entrato in Italia; sono stati mesi di impegno intenso, coronati da tre successi importantissimi quali tre misure legislative a favore e tutela dei lavoratori rientrati – misure da noi fortissimamente spinte con un’intensa attività di dialogo con le istituzioni ai massimi livelli.

Il nostro primo successo: il ripristino della legge Controesodo

Grazie ad una petizione che raccoglie migliaia di firme, ad una massiccia campagna su Twitter, a degli incontri con membri del Governo e del Parlamento, otteniamo un primo successo: nella legge di stabilità 2016 si evita la beffa della ingiusta cancellazione della lege 238/10, con una soluzione che dà ai controesodati la possibilità di scegliere se rimanere nel regime agevolato ex legge 238 – ripristinato fino al 2017 ma non più accessibile da fine 2015 – o di optare per il nuovo regime. La legge 238 andava quindi a morire, sostituita da un nuovo regime che sembrava poco incisivo e mancava di molti chiarimenti e dettagli applicativi, che sono peraltro mancati fino ad un provvedimento dell’Agenzia delle Entrate del Maggio 2017.

La beffa dell'opzione

Con gli incentivi ex l.238/10 ripristinati fino al 2017, quasi nessuno dei giovani rientrati (noi abbiamo scovato in tutta la nostra community 2 soli casi) scelse di passare al nuovo regime. Non è difficile capire il perché: il nuovo regime aveva incentivi quasi tre volte inferiori, specie per le donne (30% vs 80%), i tempi per effettuare una scelta furono di soli 30 giorni, anche a causa di un regolamento ministeriale arrivato in ritardo, e dopo la vicenda appena trascorsa, la fiducia in un quadro normativo stabile era ai minimi, regnava la prudenza.

Passano pochi mesi, ed ecco una seconda “beffa”, il potenziamento del nuovo regime. Appena chiusa la breve finestra di opzione, gli incentivi previsti per il nuovo regime vengono notevolmente potenziati nella legge di stabilità 2017, rendendo il nuovo regime potenzialmente più conveniente per molti lavoratori. Di nuovo una beffa amara e incomprensibile, perché il disegno di legge che potenzia gli incentivi, poi approvato in seno alla legge di stabilità, è stato scritto proprio nell’estate 2016, appena chiusa la finestra di opzione (31.06.16), quasi a volersi assicurare che i beneficiari della l.238 non potessero accedervi. Fra l’altro, con una svista difficile da capire, la situazione che si viene a creare è paradossale: mentre i lavoratori dipendenti non possono più rivedere la loro scelta, i lavoratori autonomi, che la devono esercitare in dichiarazione dei redditi, possono ancora farlo, creando una disparità di trattamento evidente e ingiustificabile.

Il nostro secondo successo: la riapertura dell'opzione per il nuovo regime

Il nostro gruppo si attiva nuovamente nell’autunno del 2016, ma nonostante molti sforzi non troviamo modo di farci ascoltare in tempo per l’approvazione della legge di stabilità 2017, che recepisce queste novità. Sono state settimane difficili, dominate come si ricorderà dalla polemica su alcune dichiarazioni governative poco eleganti sui giovani emigrati; il nostro gruppo evita ogni polemica e anzi porta avanti l’istanza opposta, che non solo è doveroso estendere a tutti i controesodati la possibilità di usufruire del regime fiscale più vantaggioso, ma che è una buona idea per il paese perché così facendo si trattengono in Italia più a lungo professionalità e talenti. Nuovamente, ci attiviamo con una campagna sui social network, contattiamo e incontriamo rappresentanti del Parlamento e del Governo. Non ci diamo per vinti, su quella che secondo noi è una mancanza di considerazione nei confronti dei lavoratori rientrati, e faticosamente, vincendo molte resistenze, riusciamo ad ottenere un secondo successo, la riapertura della finestra di opzione, con un provvedimento inserito all’interno del decreto milleproroghe, convertito in legge a febbraio 2017.

L'assurda richiesta di conguagli retroattivi ai controesodati

Il provvedimento di riapertura dell’opzione, di per se un risultato enorme, porta però con se un grave difetto, in quanto nelle modifiche al testo del decreto che si succedono nelle ultime ore, si commette l’ennesima ingiustizia nei confronti dei lavoratori rientrati, lasciando nelle mani dell’Agenzia delle Entrate la determinazione delle modalità di “traghettamento” da un regime all’altro.

L’Agenzia delle Entrate il 31 Marzo 2017 ha obbligato infatti il lavoratore che decide di avvalersi del passaggio da un regime all’altro, alla restituzione al fisco della differenza fra il beneficio goduto ai sensi della Legge 238/2010 e quello previsto dal d.Lgs.147 relativamente all’anno fiscale 2016. Questo onerosissimo conguaglio retroattivo colpisce in maniera pesante sopprattutto le donne, per cui la legge 238 prevedeva un incentivo maggiore rispetto agli uomini. Si tratta, per dare un’idea, di pagare un ammontare che può essere equivalente a diversi mesi di salario, e che si rischia di non recuperare mai nell’ipotesi di perdita del lavoro o di riduzione del reddito (problema particolarmente rilevante per le lavoratrici).

Come Gruppo Controesodo avevamo segnalato al Governo e all’Agenzia delle Entrate varie volte questa discriminazione per tempo, purtroppo invano. Si viene quindi a creare di nuovo una situazione fortemente distorsiva.

La nostra battaglia (vinta) per la rimozione dei conguagli

Ci siamo ancora una volta attivati per cercare una soluzione all’assurda richiesta di conguagli retroattivi a chi è rientrato in Italia, convinti che la nostra istanza fosse  ragionevole. In una prima fase abbiamo ricevuto incomprensibili segnali di disattenzione, o peggio di ostilità, da parte del Governo. Infatti alcuni emendamenti da noi caldeggiati, senza impatto sul gettito, che se fossero stati approvati avrebbero risolto il problema in tempo utile per le dichiarazioni dei redditi relative al 2016, vengono respinti (per motivi su cui sorvoliamo) in sede di esame della c.d. manovrina di Aprile (DL 24 Aprile 2017) prima, e del Decreto sul Mezzogiorno (D.L. 91/2017). Come Gruppo Controesodo, siamo sempre stati propositivi e costruttivi, lontani dalle polemiche, rimanendolo anche dopo questi passaggi che scatenano una forte delusione. Convinti che i lavoratori impatriati rappresentano il meglio dell’Italia giovane che ha maturato un’esperienza all’estero e che riporta in patria conoscenze da mettere al servizio del paese, e che maltrattare questi talenti non ha alcun senso visto che rappresentano un volano per la nostra economia, raddoppiamo gli sforzi, in vista dell’ultima occasione della legislatura per intervenire tempestivamente ed eliminare l’effetto dei conguagli retroattivi per gli impatriati, la legge di stabilità 2018.

In seguito alle nostre proteste, la Commissione Bilancio del Senato approva un ordine del giorno (G/2853/100/5 del 13 Giugno 2017) che impegna il Governo “ad adottare nel primo provvedimento utile misure correttive della disciplina vigente in materia di lavoratori impatriati, con particolare riguardo all’eliminazione degli onerosi conguagli posti a carico di tali lavoratori e al potenziamento degli incentivi ad essi riconosciuti riportandoli al livello precedente l’abrogazione della legge n. 238 del 2010 e con maggior vantaggio per le lavoratrici”.

Mantenendo viva la campagna sui social network a favore della rimozione dei conguagli retroattivi, nel corso dell’estate e dell’autunno incontriamo esponenti politici, rappresentanti del governo e dello staff del MEF, perorando la nostra causa e chiedendo una soluzione nell’ambito della legge di stabilità.

La soluzione arriva nel collegato fiscale alla legge di stabilità 2018, che prevede che l’opzione esercitata da chi ha deciso di passare dal regime della l.238/10 a quello dell’art.16 del d.lgs. 147/15 produca effetti per il  quadriennio 2017-2020, mentre per il periodo d’imposta 2016 restano applicabili le disposizioni agevolative della legge “controesodo”: i conguagli retroattivi relativi al 2016 sono cancellati.

Questo provvedimento ha coronato mesi di impegno, dimostrando che l’approccio del nostro gruppo è stato vincente: sensibilizzare le istituzioni sull’esistenza di una community di lavoratori altamente qualificati, che ha senso incentivare, valorizzare e ascoltare.

L’Agenzia delle Entrate ha definito, con il provvedimento Prot. n. 2018/ 85330 del 4 Aprile 2018, le modalità di restituzione delle maggiori imposte versate (i conguagli) da parte di chi ha optato, tramite dichiarazione integrativa o istanza di rimborso.

Il Decreto Crescita 2019: un punto di svolta, accompagnato però da una nuova discriminazione

Gli anni successivi al 2015, caratterizzati anche da un contesto economico non favorevole per l’economia italiana, hanno mostrato un forte rallentamento nel flusso di “talenti” che rientravano in Italia. Non solo, ma dal nostro punto di osservazione privilegiato abbiamo toccato con mano come una quota importante dei soggetti rientrati, dopo poco tempo, tendesse ad espatriare nuovamente. E’ stato in questo momento che, come Gruppo Controesodo, abbiamo cominciato a pensare in termini prospettici, cercando di sfruttare il potenziale della Community in chiave propositiva e innovativa.

Abbiamo quindi lanciato un sondaggio[4] mirato ai nostri connazionali all’estero per capire quanto gli incentivi fiscali fossero conosciuti, e per raccogliere spunti su come modificarli per renderli più appetibili e incisivi nel riportare in Italia professionalità e talenti. I risultati ci hanno confermato come le agevolazioni fossero poco o nulla conosciute fra chi si trovava all’estero; è inoltre emerso che la stragrande maggioranza li riteneva insufficienti per spingerli a rientrare permanentemente, ma un loro potenziamento, in particolare un’estensione temporale, avrebbe potuto innescare un controesodo di dimensioni importanti. Abbiamo presentato questi spunti alla politica, trovando interlocutori attenti e recettivi, e lavorando a quattro mani abbiamo partorito una proposta di legge chiamata “Capitale Umano Italia“, dai contenuti innovativi e per certi versi inediti.

Una parte sostanziale della Pdl è confluita nel DL “Crescita” (DL 34/2019), marcando un risultato straordinario di cui andiamo fieri. Il testo approvato ha riscritto radicalmente sia la legge sugli incentivi fiscali per il rientro in Italia di docenti/ricercatori (DL 78/2010) sia quella sul rientro dei lavoratori (D.Lgs.147/15), recependo il messaggio arrivato dalla Community. Oltre ad una semplificazione dei requisiti per l’accesso, alla possibilità di svolgere attività per committenti esteri (che si rivelerà fondamentale nel periodo post-Covid) e alla rimozione condizionale del requisito di iscrizione Aire, gli incentivi vengono potenziati ed estesi nel tempo. Non solo, ma l’estensione temporale viene legata a indici di “radicamento permanente” in Italia: l’acquisto di un’abitazione o la presenza di figli minori. L’aspetto legato ai figli ci pone all’avanguardia assoluta di un tema che entrerà nel dibattito politico ed economico negli anni successivi, ossia quello della natalità.

Il DL Crescita entra in vigore il 30 aprile 2019, e purtroppo una modifica dell’ultimo minuto crea una nuova discriminazione, andando a tagliare fuori i lavoratori rientrati prima del 30 Aprile dall’estensione temporale delle agevolazioni in presenza di figli.

Altri due successi: opzione per il radicamento estesa a tutti gli impatriati e a tutti i docenti/rcercatori

Lavorando pancia a terra nei due anni a mezzo successivi, dopo una lunga operazione di sensibilizzazione politica e mediatica, la soluzione è arrivata nella in L.Bilancio 2021, con un emendamento che permette di optare per le misure sul radicamento permanente anche ai lavoratori rientrati prima del 30 Aprile 2019. A differenza di chi è rientrato a partire dall’anno fiscale 2020, in questo caso è previsto un pagamento una tantum, ma si tratta di una differenza che è di entità tutto sommato eclissata dal beneficio prospettico. Analogo provvedimento arriva poi in L.Bilancio 2022 per i ricercatori[5] , anche in questo caso dopo una sudata campagna di sensibilizzazione della politica.

Il presente e il futuro: la crescita del Gruppo e nuove proposte con al centro il tema della natalità

La nostra attività successiva all’approvazione del DL Crescita si è notevolmente ampliata. La Community ha continuato a crescere numericamente, spinta dalle nuove agevolazioni che hanno cominciato a “tirare” nel 2019 anche sulla scia di Brexit, vedendoci impegnati nell’assistenza e informativa costante a tutti quelli che vogliono rientrare o sono rientrati. Abbiamo anche organizzato diversi eventi formativi sulla nuova legge, in partnership con associazioni o patronati rappresentativi delle comunità di Italiani all’estero, con l’obiettivo di farla conoscere. Siamo anche molto orgogliosi di avere contribuito a due articoli pubblicati nelle edizioni 2021 e 2023 del Rapporto Italiani nel mondo (RIM) della Fondazione Migrantes, dedicati all’analisi delle politiche per l’attrazione del capitale umano in Italia e dei loro effetti. Il tutto come sempre, totalmente pro-bono.

Con 6 interventi legislativi approvati, il bilancio di Gruppo Controesodo di questi primi 7 anni potrebbe dirsi già eccezionale. Ma non ci siamo fermati, e riprendendo il testimone dove l’avevamo lasciato, ossia sul DL Crescita, ecco che già nel 2022 siamo tornati a interrogarci su cosa si potesse fare di più e di meglio. Abbiamo lanciato un nuovo sondaggio fra i membri della Community per delineare potenziali evoluzioni della normativa per l’attrazione del Capitale Umano. Oltre al riscontro fortissimo della Community, in termini numerici, il verdetto è stato molto chiaro. Riprendendo un tema che, forse in anticipo sui tempi, è già presente nel testo del DL Crescita a cui abbiamo contribuito, il focus deve spostarsi sull’agevolazione delle famiglie, con particolare enfasi sulla natalità. Da questo siamo partiti con entusiasmo per disegnare nuove proposte.

(in aggiornamento)

[1] http://www.fanpage.it/dal-2008-oltre-500mila-italiani-sono-fuggiti-all-estero-in-cerca-di-lavoro/

[2] http://www.linkiesta.it/it/article/2017/09/28/ciao-italia-siamo-il-paese-con-piu-emigranti/35628/

[3] Non facciamo solo questo: tramite una mailing list dedicata, teniamo aggiornata la community sulle novità e sui cambiamenti della normativa, e rispondiamo a numerose richieste che arrivano giornalmente su temi legati alle agevolazioni fiscali per chi rientra

[4] https://www.gruppocontroesodo.it/risultati-sondaggio/

[5] Purtroppo è rimasta in vigore una parziale discriminazione, che esclude dalla possibilità di estensione i soggetti non iscritti all’Aire

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Sono stati presentati due emendamenti in sede di conversione del DL Milleproroghe, che mirano a migliorare il nuovo impianto delle agevolazioni per lavoratori impatriati, che come sapete è fortemente carente di attrattività. Il primo emendamento reintroduce la logica del “radicamento”, ossia un’estensione del periodo agevolato collegato all’indice principe del radicamento stesso, la presenza di figli minori, graduando …

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A seguito dell’entrata in vigore del nuovo Decreto Legislativo 209/23, che disciplina le agevolazioni fiscali per i lavoratori impatriati, facciamo alcune nostre considerazioni preliminari. Categorie di redditi agevolabili Restano inclusi i redditi da lavoro dipendente e assimilati. I redditi di lavoro autonomo sono agevolati solo se derivano da arti e professioni mentre viene escluso il …