I dati sulla fuoriuscita di capitale umano di qualità parlano chiaro: il fenomeno è importante, è peggiorato negli anni (per via della crisi e della scarsa capacità di valorizzare i giovani), e ha un costo altissimo per il Paese, che spende per formare queste risorse che vanno poi a generare valore all’estero.
Gli incentivi fiscali messi in pista dalle passate amministrazioni sono in sé lodevoli come strumento per arginare l’esodo, ma sono migliorabili sotto diversi aspetti.
Innanzitutto un’evidenza: a fronte di una media di circa 2000 persone all’anno rientrate grazie alla legge 238/10 (non più operativa) a partire dal 2011, nel 2016 risultavano fruirne soltanto xxxx. E gli altri? Sono probabilmente ripartiti al termine del periodo di incentivi, evidentemente di fronte a condizioni di lavoro, tassazione, prospettive, non competitive con l’estero. Questo è un vero peccato, e i numeri mostrano che il fenomeno è sistemico, non sporadico; prendendo spunto da altri paesi e dal feedback della Community, la nostra proposta mira a favorire il ‘radicamento’ di chi rientra evitando un nuovo esodo, prolungando lo sconto fiscale in misura ridotta (30%) a condizioni che si acquisti un’abitazione o si crei un nucleo familiare con figli (lo sconto si ripaga da sé tramite indotto)
MAGGIORE EFFICACIA NELL’ATTRARRE CAPITALE UMANO E NEL TRATTENERE QUELLO RIENTRATO
- Prolungamento dell’agevolazione, in misura ridotta, soggetto ad acquisto abitazione o creazione nucleo familiare con figli
- Potenziamento dell’agevolazione tramite il ripristino del livello precedente (70%)
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Ripristino dell’agevolazione per il reddito d’impresa creata da impatriati